La città di Marsala

Con un’economia prevalentemente agricola e basata sull’industria del vino, la città di Marsala ha nel tempo sviluppato la sua vocazione turistica che la vede tra le mete più amate della Sicilia occidentale.

Punta estrema dell’Isola, sorge su Capo Boeo: da un lato la protegge Erice, dall’altro l’abbracciano Segesta e Selinunte, dal mare la controllano le isole Egadi (Favignana, Levanzo, Marittimo e Formica). Nella storia della Sicilia, Marsala affonda le sue radici nel IV secolo a.C., quando i Cartaginesi superstiti dalla distruzione di Mozia, nel 397 a.C., da parte di Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, si rifugiano sul vicino promontorio di Capo Boeo, e qui fondano Lilybeo.

Poi la lunga dominazione dei Romani, sotto i quali fiorisce il commercio e si sviluppano gli affari.

Nell’VIII secolo arrivano i pirati Arabi: distruggono Lilybeo e la ribattezzano col nome di Marsa Alì o Marsa Allah (Porto di Dio) da cui l’attuale nome Marsala.

Ai musulmani seguono i Normanni e gli Svevi, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, per cui gli interessi economici della città si spostano dal mare alla terraferma: si avvia la diffusione della viticoltura, lungo le coste spuntano torri d’avvistamento, nell’entroterra nascono i bagli che scandiscono i ritmi della vita contadina.

Alla fine del ‘700 gli Inglesi (John Woodhouse e Benjamin Ingham) scoprono le potenzialità economiche del Vino Marsala (oggi la più antica Doc d’Italia) e rivoluzionarono l’economia contadina marsalese.

Nel 1800 Joseph Whitaker e Vincenzo Florio si dedicarono alla commercializzazione del vino liquoroso che sarebbe diventato presto il vino più alla moda nelle occasioni mondane a livello mondiale. Sarebbero stati prodotti vini secchi e semisecchi per i pasti e per il dessert e vini dolci per incontrare il gusto delle signore. Marsala, con Ignazio Florio e Donna Franca, entra a pieno titolo nel periodo d’oro della “BELLE EPOQUE”.

Nel periodo Risorgimentale, l’11 Maggio 1860, sbarca a Marsala Giuseppe Garibaldi che, con i Mille, avvia da qui l’unità d’Italia.

Nel 1920 vengono confezionate bottiglie di vino Marsala per il mercato americano, in cui imperversavano gli anni del proibizionismo e, per aggirare i divieti di usi dell’alcol, il Marsala veniva venduto come medicina, con tanto di posologia e di misurino abbinato.

La seconda guerra mondiale lascia a Marsala una cicatrice indelebile con il bombardamento dell’11 Maggio 1943. Per l’eroica capacità di ripresa da quel nefasto giorno, Marsala è insignita della Medaglia d’Oro al Valore Civile.

Back to Top